La definizione delle beer firm è una questione difficile da codificare. Tuttavia, si può dire che si tratta di figure che producono birra all’interno di impianti non di loro proprietà. Un esempio lampante è rappresentato dalla Birra del Gargano, una realtà ben radicata nel territorio. Esistono due tipologie di beer firm: ci sono quelle in cui l’appassionato, impossibilitato a realizzare un proprio impianto, affitta quelli di un birrificio già avviato e produce personalmente la birra seguendo la sua ricetta; altre, invece, lasciano al proprietario dell’impianto il compito di produrre la birra secondo la loro ricetta, occupandosi successivamente della commercializzazione e dell’aspetto grafico legato all’etichetta (come nel caso della Birra del Gargano, che ha etichette realizzate da @lorenztomac). Spesso le prime sono prossime all’acquisto di un impianto oppure attendono condizioni più favorevoli per farlo, mentre le seconde presumibilmente prevedono di farlo in un orizzonte temporale più lungo.

Ogni tipo di birra è comunque legato a un ingrediente tipico del territorio. Ad esempio, la Bianca del Gargano è caratterizzata dall’utilizzo di fiori e scorze d’arancia, oltre al grano duro Senatore Cappelli della Daunia; la Saison contiene parti variabili di frumento, con l’aggiunta di spezie e fiori in assenza di luppolo; la Gose è una birra fresca con limone femminello del Gargano, coriandolo e sale marino. Questi esempi evidenziano un’impresa alternativa che sfrutta appieno gli elementi offerti dalla terra, unendoli al sempre apprezzato gusto della birra.